Le regine nere, sono le sovrane del clan elfico degli elfi neri. Come gli altri elfi sono profondamente in sintonia con la natura, sacra per loro, ma a differenza degli altri clan, sono di carattere estremista e bellicoso: non tollerano gli stili di vita delle altre razze, specialmente quella umana, poichè recano danni alla natura.
Durante le Guerre dell'unificazione, decisero di guidare il proprio clan, assieme a quelli dei Re Bianchi e Re Grigi, fuori dall'Ecumene verso l'Hàlwèsùhre. Tuttavia, i Re Bianchi e Re Grigi decisero di restare, poichè in disaccordo con le idee estremiste delle regine.[1] Nel frattempo, Vrlam Erondàr, primo imperatore, temeva che le regine nere sarebbero tornate e avrebbero mosso guerra all'impero, quindi pianificò un vero e proprio genocidio.[2] Non riuscì nel suo intento, poichè le regine ed alcuni elfi si salvarono e riuscirono a trovare una nuova terra dove stabilirsi. Da allora le regine, sopratutto la madre, vissero nel più profondo rancore versò l'umanità e, nei secoli successivi, si organizzarono per distruggere l'impero e riportare la natura agli antichi splendori.
Le regine nere corrispondono ad una regina madre e due figlie gemelle:
- Kyrali è la Regina Madre, combatte con la magia tramite un bastone. Benchè sia molto potente, non può contrastare il potere di una sacra reliquia.[3]
- Yen Ail è la seconda regina, combatte con due spade ed è fisicamente piuttosto forte.[3]
- Nau Ka è la terza regina, combatte con una grande falce e possiede poteri capaci di tenere testa ai Luresindi. Caratterialmente è molto orgogliosa ed iraconda, tanto che non tollera di essere aiutata da nessuno[3]
Preparativi per la guerra[]
Mentre organizzavano le truppe nella loro terra segreta, le regine pianificarono una serie di azioni di spionaggio, sabotaggio e complotti, per minare la sicurezza e la forza dell'impero.
Il primo passo fu avvicinarsi al Regno di Lehorian, da sempre in rapporti conflittuali con la dinastia Erondiana. Il re collaborò con le regine, arrivando a pianificare un attentato contro il principe Nahim. Per metterlo in atto, le regine nere ingaggiarono le Lame Nere, la gilda di assassini più temuta nell'Erondàr.[4][5]
L'attentato fallì, ma permise ai sicari di insediare nel palazzo imperiale dei Denhir, oggetti magici in grado di creare portali tra un luogo e un altro. Tramite questi oggetti, le regine riuscirono successivamente ad infiltrarsi nel palazzo e rubare il frammento della Pietra dei Draghi appartenente agli umani.[2]
Ulteriori episodi furono, il tentato furto del Martello di Yhr-Tharas, sacro cimelio del clan di Yannah,[6] il tentato assassinio di Ian ad opera di N'Agha[7] e per finire, la decimazione delle Viverne dell'accademia di Roccabruna.[8]
La guerra[]
L'invasione delle Regine Nere, comincia in grande stile: attacano Vàhlendàrt dall'alto con un immensa fortezza volante da cui partono, truppe d'assalto a cavallo di draghi, navi volanti con truppe d'invasione e viticci giganti che travolgono le difese e massacrano i civili. Il palazzo imperiale cade: i Luresindi vengono massacrati, le sacre reliquie rubate e Vrlam, per non cadere prigioniero, si imprigiona in un corpo di cristallo.
Le forze imperiali riescono ad evacuare, ma l'imperatore Aithor muore e adesso spetta a suo figlio Nahim, guidare l'impero.[3]
Alla caduta di Vàhlendàrt, seguono altre vittorie per le Regine: cadono infatti le guarnigioni del Vallo, l'accademia di Roccabruna, il porto militare di Sùhrendàrt[9] e poco tempo dopo il monastero di Fhaucasaepta[10]. Solo le Province Libere, aiutate dai Clan degli Orchi, riescono a respingere le prime invasioni, poichè le Regine hanno impiegato poche forze, mentre l'esercito di Lehorian, che doveva dar loro appoggio, viene annientato da Nani e Tecnocrati.[11]
Lo scontro finale si tiene nella Piana dei Ciclopi, dove le Regine affrontano le forze dell'impero e dei suoi alleati. A guidare l'esercito degli Elfi Neri è la Seconda Regina. Lo scontro è serrato con perdite da ambo le parti, tanto che arriva la Terza Regina in aiuto della sorella, ma alla fine le forze imperiali prevalgono e la Seconda Regina viene abbatuta da Sera. Le due regine rimaste ricorrono alla loro arma segreta: un orda di Troll da loro controllata.[12]Con stupore dei loro nemici, questi Troll non si pietrificano alla luce del sole e mettono in rotta l'esercito imperiale. Ma proprio a un passo dalla vittoria arrivano Ian, Alben e Ausofer con i Draghi, i quali annientano i Troll e mettono in rotta l'esercito. Anche la Terza Regina muore.
La Regina Madre fugge, raggiunta solo da Ian e il suo Drago, ma anche la Regina ha dalla sua un Drago, un Rinnegato. Entrambi combattono le loro nemesi ma alla fine vengono soprafatti: il Rinnegato viene incenerito e la Regina decapitata. La guerra è finita, ma dall'isola volante, invasa dalle fiamme e schiantata al suolo, emergono delle strane spore, frutto del lavoro delle Regine che, a detta della madre, riprenderanno l'Ecumene.[13]
Note[]
- ↑ Dragonero 29, Il nido del draughen, Sergio Bonelli Editore.
- ↑ 2,0 2,1 Dragonero 46, Nel cuore dell'impero, Sergio Bonelli Editore.
- ↑ 3,0 3,1 3,2 3,3 Dragonero 56, Le regine nere, Sergio Bonelli Editore.
- ↑ Dragonero 15, Intrighi a corte, Sergio Bonelli Editore.
- ↑ Dragonero 56, Discesa nell'inframondo, Sergio Bonelli Editore.
- ↑ Dragonero 24, Attraverso l'Erondàr, Sergio Bonelli Editore.
- ↑ Dragonero 45, Il signore degli Impuri, Sergio Bonelli Editore.
- ↑ Dragonero 49, I sotterranei di Roccabruna, Sergio Bonelli Editore.
- ↑ Dragonero 57, Prigioniero!, Sergio Bonelli Editore
- ↑ Dragonero 59, Il paese del non ritorno, Sergio Bonelli Editore
- ↑ Dragonero 60, L'arte della guerra, Sergio Bonelli Editore
- ↑ Dragonero 62, Il giorno degli eroi, Sergio Bonelli Editore
- ↑ Dragonero 63 - Ceneri di un impero
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